È una mossa che si attendeva, o che quantomeno si intuiva nelle logiche di un mercato mediatico che ormai fatica a restare compresso nei soli confini nazionali. La Mfe-Mediaset ha deciso di guardare nel panorama televisivo ed editoriale portoghese. Dopo una lunga trattativa, il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi ha ufficializzato l’acquisizione di una partecipazione del 32,9% nella Impresa, la Sociedade Gestora de Participações Sociais che rappresenta, numeri alla mano, il leader multimediale in Portogallo. Non stiamo parlando di una realtà minore, ma dell’editore che controlla le reti televisive della SIC e testate di prestigio assoluto come il settimanale Expresso. L’operazione segna un punto di svolta: il Portogallo diventa il sesto Paese in cui i Berlusconi operano direttamente, aggiungendosi oltre ad Italia, a Spagna, Germania, Austria e Svizzera.
La scelta di Mfe di entrare nel mercato portoghese
L’investimento, è bene chiarirlo subito per evitare facili trionfalismi o allarmismi di sorta, non prevede una quota di controllo. La nota diffusa dal Biscione parla chiaro: tutto nasce da una logica prettamente industriale e di collaborazione con la famiglia Balsemão, che di Impresa detiene storicamente le chiavi. L’obiettivo dichiarato è sviluppare un progetto comune di lungo periodo. Una evidente necessità, quasi fisiologica, in un settore che richiede spalle sempre più larghe per competere con i giganti dello streaming e le piattaforme globali.
Per la Mfe, il mercato portoghese appare perfettamente in linea con la sua visione di media company europea. Una realtà capace di valorizzare le produzioni locali — e la fiction portoghese ha dimostrato di saper viaggiare bene anche all’estero — ma che necessita di crescere attraverso nuove tecnologie e piattaforme digitali. La collaborazione, assicurano da Cologno Monzese, partirà da subito, concentrandosi in prima battuta sulla raccolta pubblicitaria e sullo sviluppo del digitale, due asset dove le sinergie possono fare la differenza tra il galleggiare e il prosperare.
I numeri e i dettagli dell’accordo finanziario
Entrando nel dettaglio tecnico dell’operazione, la dinamica scelta è quella dell’aumento di capitale riservato. Previa approvazione degli azionisti di Impresa, il consiglio di amministrazione del gruppo portoghese darà il via libera all’emissione di 82,5 milioni di nuove azioni, dedicate esclusivamente alla Mfe, per un controvalore di circa 17,3 milioni di euro. Il prezzo unitario è stato fissato a 0,21 euro, un valore che rispecchia la media ponderata degli ultimi sei mesi. Una cifra che, nel grande gioco della finanza internazionale, potrebbe sembrare contenuta, ma che garantisce al gruppo italiano un peso specifico notevole (quasi un terzo della società) senza svenarsi.
L’accordo prevede inoltre un patto parasociale con la Impreger, la holding degli eredi del fondatore Francisco Pinto Balsemão, che regola la futura governance. I termini sono quelli consueti per un azionista di minoranza ma di peso industriale. Quindi la famiglia Balsemão mantiene il controllo, ma la Mfe avrà voce in capitolo. Il closing è atteso entro 45-60 giorni, tempo tecnico necessario per ottenere il via libera dalla commissione portoghese per il mercato dei valori mobiliari, che dovrà esentare la Mfe dall’obbligo di OPA, e per il rilascio dei waiver bancari.
Uno scenario europeo in evoluzione
Questa operazione va letta con una certa dose di realismo e prospettiva. L’ingresso in Portogallo è un tassello di un mosaico evidentemente più ampio. Dopo la “conquista” della Prosieben in Germania, la Mfe sta tessendo una tela europea dove le singole emittenti nazionali, pur mantenendo la propria identità, possono beneficiare di una struttura comune per affrontare le sfide tecnologiche e pubblicitarie.
Entrare nel mercato portoghese, spesso considerato periferico nelle grandi manovre continentali, si rivela per Mfe strategico: per la sua vivacità e per il legame linguistico con il Brasile e l’Africa lusofona. Tutti mercati potenzialmente immensi. Resta da capire come questa partnership evolverà nel tempo. Se rimarrà un “fidanzamento” industriale vantaggioso per entrambe le parti o se, in un futuro non troppo lontano, si trasformerà in qualcosa di più strutturale. Di certo, per i portoghesi di Impresa, avere un partner industriale forte come la Mfe rappresenta una boccata d’ossigeno e una garanzia di stabilità in tempi incerti. Invece per il gruppo italiano, è il tassello aggiuntivo per la costruzione del polo televisivo paneuropeo. Che procede, un passo alla volta, con pragmatismo e senza strappi.
Leggo Algarve – notizie per la comunità italiana in Portogallo © 2025 Todos os direitos reservados – RIPRODUZIONE RISERVATA – Ultimo aggiornamento: 27/11/2025 ore 9:12
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